La prima volta che ho visto un’opera di Blub era a Firenze tanti anni fa durante una fuga romantica, di quelle che si fanno quando si è giovani e i cui ricordi non sbiadiscono neanche con il tempo.
Avevamo affittato un piccolo Airbnb al di là dell’Arno, verso piazzale Michelangelo, e camminando nella zona dell’Oltrarno ci siamo imbattuti in una prima opera di Blub, poi in un’altra e poi un’altra ancora. Sembrava di seguire il percorso tracciato con le briciole da Pollicino, solo che in questo caso gli indizi erano dipinti sugli sportelli dei contatori della luce e del gas.
Il tempo è passato, le fughe romantiche si sono trasformate pian piano in gite e vacanze di famiglia, ma ancora oggi mi emoziona ritrovare gli “indizi” disseminati in giro qua e là per l’Italia da Blub, lo street artist fiorentino che ho imparato ad amare in questi anni.
Impossibile non riconoscere il suo stile, semplice ma efficace: personaggi storici, opere d’arte iconiche, vip dei nostri giorni raffigurati sommersi dall’acqua con tanto di maschera e boccaglio. La serie L’arte sa nuotare si ispira a un concetto molto attuale spiegato dallo stesso artista:
“Siamo con l’acqua alla gola? Nonostante crisi o difficoltà, l’arte nelle sue più ampie manifestazioni, anche meno artistiche come l’operato umano, sa nuotare, se la cava come ha sempre fatto, dalle caverne fino ad ora.[1]”
E così Blub sceglie di rappresentare i suoi personaggi dandogli una aria scanzonata e leggera, sommersi da quell’acqua che rappresenta la vita stessa, immersi letteralmente nel mare della quotidianità in cui tutti arranchiamo ogni giorno.
Se l’Arte sa essere irriverente quando vuole (pensiamo a Duchamp o Cattelan, solo per citare due casi tra i più celebri), la Street Art lo sa essere ancora di più, libera com’è da schemi, preconcetti e forme canonizzate.
Un umile contatore della luce a fargli da cornice, e anche il David di Michelangelo scende dal suo piedistallo e si tuffa nelle questioni giornaliere di noi comuni mortali.
Dante perde la sua aura aulica e diventa uno di noi (chi frequenta gli stadi può immaginarci un coro ad hoc di sottofondo).
La Monna Lisa non sembra più così enigmatica e lontana nel tempo, così come il suo autore, e la Ragazza con l’orecchino di perla è felice di non fungere più solo da astratto ideale di bellezza.
O ancora, la Madonna del Granduca di Raffaello che si affaccia sul porto di Livorno sembra “solo” una tenera mamma col suo bambino, in attesa che la barca del suo compagno pescatore faccia ritorno.
Questa è la forza di Blub: aver tolto a opere d’arte e personaggi storici quella patina di superiorità, lontananza o celebrità con cui li abbiamo sempre guardati e averli mescolati alla folla che passeggia un sabato pomeriggio qualunque nel centro di Firenze, Ravenna, Livorno…
Siamo tutti con l’acqua alla gola?
E allora mettiamoci maschera e boccaglio e iniziamo a nuotare!
[1] “L’arte sa nuotare, parola di Blub!” di Chiara Piotto su CCTSeeCity.com